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lunedì 3 settembre 2012

Ersilia, la moglie del re

Lei, sabina, era la moglie di Osto Ostilio, un romano, amico di Romolo.
Quel 21 agosto di circa 2750 anni fa si era nel pieno dei festeggiamenti dei Consualia, in onore del dio Consus.
Ad un cenno del re, i Romani strapparono ai Sabini - giunti per l'occasione - le loro donne. Nel trambusto generale, Romolo ebbe proprio lei: Ersilia. Anche se per errore. Era una donna che non si risparmiava per gli altri, anzi durante il ratto tentò di proteggere le ragazze.

Nei mesi successivi i Sabini si organizzarono, comandati dal loro re Tito Tazio. Nel frattempo si celebravano i matrimoni tra Sabine e Romani. Nacquero i figli di queste unioni.

Venne il giorno in cui Tazio con i suoi guerrieri attaccò i Romani. Voleva riprendersi le figlie del suo popolo, strappate a loro brutalmente. Ebbe inizio la battaglia con alterne fortune. Ma lei aveva il suo piano: con tutte le altre donne si precipitò nel campo ove infuriavano gli scontri tra i due eserciti, il futuro Foro Romano.
Con le sue grida:
"uccidete noi, non vogliamo piangere i nostri mariti ed i nostri padri. I Sabini ed i Romani, ormai, sono un unico popolo!"
le donne si interposero tra i duellanti, fermarono il conflitto fratricida.

Avvenne ciò che lei auspicava: Romani i mariti, Sabini i padri, uniti fra loro.
La prima guerra romana era terminata e nel migliore dei modi. Il tempo passò, Romolo ascese in cielo, ma più probabilmente fu ucciso dai suoi stessi senatori che temevano il suo eccessivo autoritarismo. Gli fu eretto un tempio sul Quirinale, il suo nome mutò in dio Quirino.

Lei rimase sola e con il suo pianto impietosì Giunone, la quale le mandò Iride, la dea dell'arcobaleno. Fu accontentata: con il bagliore di una stella raggiunse il suo sposo.

Così Ersilia/Hora fu per l'eternità la sposa di Romolo/Quirino.

E. L.

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