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lunedì 24 ottobre 2011

La sòra Camilla

Chi non conosce il detto “E’ come la sòra Camilla: tutti la vònno, nessuna se la piglia”? Ma quanti sanno chi era la sòra Camilla?
Nel 1585 salì al soglio pontificio il “castigamatti” Felice Peretti, marchigiano, che prese il nome di Sisto V. Castigamatti anche perché, il giorno della sua incoronazione, quattro giovani trovati in possesso di armi furono impiccati a ponte Sant’Angelo. Ben presto instaurò un regime di polizia e molti caddero sotto la forca.
Durante il suo pontificato emanò rigide regole che contravvenne egli stesso nominando cardinale suo nipote Alessandro e principessa sua sorella Camilla.
Nell’occasione della nomina di sua sorella, si narra che Pasquino si presentò da Marforio con gli abiti sporchi e alla domanda dell’amico: “perche' non te li fai lavare ?” Pasquino rispose: “non me la faccio lavare perche' il papa ha fatto principessa la mia lavandaia!”.
Il papa non appena seppe della battuta sulla sorella volle ‘premiare’ l’artefice, emanando un bando che gli offriva 1000 scudi e, in più, perdonandolo per la malignità. Pasquino ingenuamente si recò dal papa per riscuotere il premio ed ottenere il perdono; Sisto V perdonò la malefatta e gli diede i 1000 scudi, ma gli fece pure somministrare trenta bastonate!
Ma tornando alla realtà dei fatti, Camilla fu molto corteggiata dai nobili romani, fu anche dedita alle arti, conobbe Caravaggio, anzi era amica del suo maestro Pandolfo Pucci. Fu benefattrice delle monache Cistercensi.
Addirittura nel 1590 le fu dedicata una medaglia di bronzo, che testimonia il suo alto rango. Su un lato della medaglia è coniata la dicitura "CAMILLA PERETTA SYXTI V. P. M. SOROR" (Camilla Peretti, sorella di Sisto V Pontefice Massimo).
Sopravvisse al fratello che morì nel 1590, ma benché ricca, potente e corteggiata da molti, non trovò mai l’anima gemella o, forse, mai nessuno la volle – i maligni dicevano per non avere nulla a che fare con il papa che era segretamente tacciato di stregoneria. Morì suora nei primi anni del 1600.

di Marco Ricalzone

6 commenti:

  1. Grazie, finalmente conosco le origini di questo detto romano.

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  2. E' che le storie delle donne di Roma ce ne sono tante, ma non tutti sono capaci di scriverle. Grazie.

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  3. Non ho mai letto tante sciocchezze come quelle contenute nel presente articolo. Un vero guazzabuglio d'ignoranza e disinformazione!

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  4. Ci può dire per favore quali sono le sciocchezze e inesattezze?

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  5. Ci sarebbe molto da dire sulle differenze tra storia, aneddoti e corretta informazione. Mi limito pertanto alle due seguenti precisazioni:

    1. Il recanatese Pandolfo Pucci era maestro di casa, non amico di Camilla Peretti e non maestro del Caravaggio!

    2. L'autore dell'articolo confonde inoltre Camilla Peretti (1519 - 1605) ved. Mignucci e sorella di papa Sisto V, con Camilla Damasceni-Peretti (1596 - 1668) monaca domenicana mantellata nel monastero di Santa Caterina da Siena. Quest'ultima era figlia dei principi Michele Damasceni-Peretti e Margherita Cavazzi della Somaglia.

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  6. Egr. Sig. Guerra

    la ringrazio per la sua precisazione. Però non mi trovo d'accordo con le sue osservazioni:

    1)il Merisi trova ospitalità presso monsignor Pandolfo Pucci, beneficiario di San Pietro e maestro di casa della sorella di Sisto V, Camilla Peretti. Per monsignor Pucci Caravaggio dipinge copie di quadri devozionali in cambio dell’alloggio e del misero vitto consistente, come narra Mancini

    2) per quanto riguarda il suo ritiro in convento le mie fonti affermano proprio questo, nonchè l'analisi della sua biografia derivata dallo studio numismatico associato alla medaglistica del periodo.

    Comunque la ringrazio per le sue erudite osservazioni

    Cordiali saluti

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