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lunedì 16 luglio 2012

La bimba di Anzio

1° ottobre 1958 - 30 agosto 1972

La conobbi da sempre, abitava nel palazzo ove ero nato. Cicciottella, capelli neri e lisci, un visino d'angelo. Aveva la mia età. Giocavamo insieme quando i genitori ce lo consentivano. Andavamo nella stessa scuola, ma eravamo in sezioni differenti - allora erano rare e malviste le classi "miste".


L'estate la passavamo insieme ad Anzio; una sua zia aveva una pizzeria al taglio e ci ospitava nella sua bella casa. Dormivamo insieme le notti d'estate ... ma anziché riposare, passavamo ore e ore a parlarci, a raccontarci di noi. Ridevamo commentando le cose buffe che ci capitavano, parlavamo di quanto i nostri genitori erano amici, prendevamo in giro i nostri fratelli maggiori.


Il Natale era una festa: aspettavamo l'arrivo di Babbo Natale e ogni volta giocavamo per scoprire chi fosse in realtà: mio padre o il suo? E poi, io giocavo con le sue bambole, lei con i miei trenini. Tutto era condivisione, gioco, ironia.

Arrivarono le scuole medie, nacquero discorsi diversi tra noi due ... I genitori ci osservavano - lo scoprii più tardi - e con la massima discrezione evitavano di farci dormire insieme ... però mi ricordo i baci che ci davamo di nascosto e le carezze. Le frasi carine. La complicità. Le risate.

Poi l'inverno gelido della fine d'una estate di quarant'anni fa. Finì tra le mie braccia; sua madre me la lasciò baciare per l'ultima volta.

(Marco Ricalzone)

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